Sulla valle del Nis splende una falce di luna pallida e
maligna.
Tra la putrida vegetazione, al di sotto del pericolosissimo
albero d’upas, si scorgono resti di una civiltà dimenticata. Colonne spezzate, ruderi
di pietra e tracce di pavimentazioni.
Su alberi giganteschi balzano piccole scimmie.
Nella parte più bassa della valle scorre il fiume Than dalle
acque limacciose. Esso nasce e si perde in grotte sotterranee ed il Demone
della Vale ignora perché le sue acque siano rosse.
Questi chiese al Genio dei Raggi di Luna a quale antica civiltà appartenessero
quei resti.
Egli non ricorda bene ma sa che quelle creature somigliavano
alle acque del fiume Than che nessuno potrà mai spiegare. Le loro imprese
durarono un attimo ma il loro aspetto era simile a quello delle piccole scimmie.
In nome della razza però gli è rimasto impresso per via dell’assonanza
con nome del fiume (Than - Man). Si chiamavano uomini.
Il Genio tornò sulla falce di luna mentre il Demone rimase
pensieroso a fissare una piccola scimmia appollaiata su di un albero che
cresceva in un cortile devastato.
NOTA. Uno dei così detti “prose poems”, firmato con lo pseudonimo
di Lewis Theobald
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