domenica 6 maggio 2012

Un’illustrazione e una vecchia casa (12-12-1920)


Il protagonista narra la sua spiacevole avventura avvenuta in un pomeriggio del novembre del 1896. Diretto in bicicletta da Boston ad Arkam per delle ricerche genealogiche, attraversando i boschi nella valle del Miskatonic, fu sorpreso da un temporale e cercando rifugio trovò un antico e repellente edificio di legno in mezzo a due grandi olmi nudi ai piedi di un’altura rocciosa. 

Pur credendo che la fattoria fosse disabitata bussò senza ottenere risposta così con un po’ di timore aprì la porta ed entrò. L’ingresso era piccolo e spoglio. Una scala portava al piano superiore mentre ai lati due porte chiuse immettevano in altri ambienti. Dalla porta di sinistra entrò in un salotto scarsamente arredato: un tavolo, diverse sedie, un camino su cui ticchettava un vecchio orologio. Curiosando per la stanza notò alcune carte e dei libri poggiati sul tavolo (una Bibbia del sec. XVIII, una copia del Pilgrim’s Progress dello stesso periodo illustrata con grottesche incisioni su legno e stampata dal fabbricante di almanacchi Isaiah Thomas, le pagine semimarcite del Magnalia Christi Americana di Cotton Mather e altri libri ugualmente antiquati). Tra questi notò un libro in ottimo stato, di media grandezza rilegato in pelle con fermagli di metallo. Il suo stupore crebbe quando scoprì che si trattava della rarissima descrizione del Congo (Regnum Congo) redatta in latino da Pigafetta e basata sugli appunti del marinaio Lopez, arricchita dalle curiose illustrazioni (congolesi dalla pelle bianca e i lineamenti europei) dei fratelli De Bry, data di pubblicazione Francoforte 1598.  

Sfogliò il libro incuriosito e notò la tendenza del volume ad aprirsi alla pagina dove si trovava la Tavola XII che rappresentava, con orrendi particolari, una macelleria dei cannibali Anzique.

Ad un tratto fu sorpreso da un rumore di passi nella stanza di sopra. Attese finché la porta del salotto non si aprì e sulla soglia comparve uno strano uomo. Un vecchio dalla barba bianca vestito di stracci alto e possente. La fronte coperta da una ciocca di capelli bianchi e gli occhi azzurri, benché un po’ iniettati di sangue, sembravano anormalmente intensi ed acuti. Seppur trascurato appariva distinto e impressionante.  
Fece accomodare il suo ospite e si sedette di fronte al lui. Parlava in modo stranissimo, una forma esasperata di dialetto americano ormai in disuso da tempo.

Parlarono della pioggia e come non passasse più nessuno da quelle parti dopo che era stata tolta la diligenza per Arkam. Presto la discussione passò al libro e di come il vecchio ne fosse venuto in possesso. Questi  rispose che gli era stato regalato dal capitano Ebenezer Holt nel sessantotto. Questi navigò per anni su un mercantile di Salem collezionando cose curiose ad ogni porto in cui si fermava. Li libro in questione lo trovò a Londra.

Il vecchio prese il libro ed, inforcando un paio di occhiali sporchi e antiquati con piccole lenti ottagonali e montatura di ferro, rifletteva sulla sua stranezza, specie delle illustrazioni.

Ebenezer sapeje legge lu latinu ma io no. Me lu leggeje due o tre mastri de scola e poi lu parroco Clark, quello che annegaje nello stagno… strano come’ figure fanno pensare, … hai visto mai alberi co ‘e foglie così grandi… e l’uomini … mica sono negri, non ci somigliano … chisti so’ come scimmie o miezz’uomini e miezzo scimmie”. 

Poi indicò un’altra illustrazione che rappresentava un incrocio tra un drago e una testa di alligatore per poi arrivare alla Tavola XII.
Il suo interesse morboso per quella scena era evidente, facendo notare allo sventurato ospite tutti i dettagli della carneficina, i brandelli dei corpi mutilati, i piedi, la testa. E gli confessò che quasi gli facevano venire l’acquolina.  

Il temporale aumentava d’intensità e l’aria fu scossa da un lampo terribile.

Il vecchio continuava: “per quanto rispetti l’Onnipotente, cominciai a sentire un certo appetito per cose che non potevo ne piantà ne comprà… Dicono che la carne fa sangue e forza e dà più vita, così pensaje se un cristiano poteva vivere e vivere in eterno se ne magnava di più”.
Poi sul libro poggiato sul tavolo cadde una goccia rossa. Sollevando lo sguardo notò che sul soffitto si stava allargando una grande e irregolare macchia rossa.

Non ebbe neppure il tempo di urlare che cadde un fulmine potentissimo; la casa maledetta andò in cenere ed egli sprofondò nell’oblio che salvò la sua mente.



Il vero terrore si può trovare nelle antiche fattorie nei boschi del New England. Potere, solitudine, senso del grottesco e superstizione, si uniscono a formare la perfezione dell’orrore.
Qui si trova il primo accenno alla città di Arkam nella valle del fiume Miskatonic.
Il viaggiatore che, venendo da Boston, sbagli strada ed imbocchi la biforcazione del picco di Aylesbury poco oltre Dean’s Corner, si troverà ben presto in una regione solitaria e strana.

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