domenica 19 giugno 2011

La maledizione di Yig (1928) con Zealia Brown Bishop

1925 Uno studioso si reca presso l’ospedale psichiatrico di Guthrie in Oklahoma per studiare alcune tradizioni riguardanti i serpenti e le leggende su Yig, dio-serpente collegate a miti messicani di Quetzalcoatl. Qui il direttore il dottor McNeill dopo avergli mostrato un paziente (cella B 116) il cui aspetto e comportamento hanno dell’assurdo (striscia, sibila e il suo corpo è squamoso e ricoperto di macchie) comincia a raccontargli una storia.

Nel 1889 Walker Davis e sua moglie Audrey lasciarono l’Arkansas per stabilirsi nella regione del Wichita. I due coloni intrapresero un viaggio un lungo viaggio per ottenere un pezzo di terra. Walker aveva da sempre un’innata fobia per i serpenti che gli provocava crisi e svenimenti. Durante il viaggio egli apprese del mito di Yig ed imparò alcune litanie e rituali per non far adirare la divinità che a dire dei pellirossa era molto vendicativo verso chi uccideva i suoi figli, tramutando in uomini serpente coloro che lo facevano adirare.
Una notte la moglie trovato un nido di serpenti, per evitare un malore del marito, lo distrusse. Da allora egli temendo per la loro incolumità cominciò ad adempiere i rituali e ripetere quelle litanie fino a diventare un ossessione.

Si stabilirono nella nuova regione e costruirono una casa. Tutto andava bene salvo che per le manie del marito e dei rituali che i nativi compivano il cui suono di tamburi riecheggiava in quelle terre mirando alla salute mentale di lei.

Una notte, dopo aver festeggiato con i vicini di casa, i due furono svegliati da alcuni rumori e dal loro cane. Walker accendendo la luce si accorse che la loro casa era invasa di serventi di ogni specie. Egli svenne lasciando che la luce si spegnesse e la moglie disperata rimase nel suo letto paralizzata nella totale oscurità.
Dopo diverse ore d’angoscia, ormai convinta che il marito fosse morto, si accorse di una figura che si avvicinava, così istintivamente prese un accetta e colpì quella figura.

L’indomani una vicina aprendo la porta si trovò davanti uno spettacolo raccapricciante.
Il cane morto per i morsi dei serpenti era gonfio e lacerato. Trovò Walker fatto a pezzi da un’accetta ma non presentava nessun segno di morsi ed infine vide Audrey strisciare sul pavimento sibilando.
Col tempo perse tutti i capelli e il suo corpo si ricoprì di macchie.

Finita la storia del dottore lo studioso chiese se quel paziente visto prima fosse la donna, ma in realtà si trattava di uno dei suoi figli nato sei mesi dopo, l’unico sopravvissuto.

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